Se si cerca un coltello tutto fare in grado di lavorare il legno, spaccare piccoli tronchetti ed anche poter essere usato per la cucina da campo, questo Mora è perfetto.
Il companion nasce proprio per la vita nel bosco, il filo è molto durevole ed è perfetto sia per i piccoli lavoretti che si possono fare come passatempo, sia per la cucina da campo che ancora per sfilettare e per alcuni lavori anche gravosi.
E' davvero molto leggero ed il fodero in plasticone non teme umidità o distorsioni per il freddo, la manicatura sembra essere molto robusta, lo sto usando nel quotidiano da ormai diversi giorni e mi trovo benissimo, al punto da aver sostituito uno dei miei coltelli personali storici che da sempre uso in cucina.
Mani bagnate, guanti o mani nude non fa nessuna differenza, il grip è sempre ottimo e la stabilità in mano è elevata.
L'ho usato su diversi legni sia freschi che stagionanti compreso un ramo di ulivo vecchio di circa 10 anni e duro come il cemento, non ha fatto una piega.
Attenzione che questo non vuol dire che si può pestare su come degli assassini senza il minimo riguardo, ma semplicemente che la tenuta del filo è eccellente, i fili scandinavi hanno delle particolarità che vanno rispettate, una tra le molte è di non fletterla quando è introdotta nel legno o di non cercare di forzare troppo quando si incontrano dei nodi secchi e duri, questo perchè il finale del filo è molto sottile e si potrebbe anche rovinare.
nel complesso un bellissimo coltello da usare davvero e da avere sempre con se ne l bosco sia per il salamino che per i piccoli lavoretti come passatempo nelle scampagnate.
Nelle prossime settimane lo testerò ancora più duramente sul campo, ma per adesso sono veramente felice del mio acquisto.
Il fascino delle lame scandinave mi attira da sempre, la loro semplicità d'uso le rende uniche per la lavorazione del legno, ovviamente questo è il mio personalissimo giudizio da appassionato del carving.
- Written by: Sandro De Faveri
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Da qualche anno a questa parte la nota azienda francese Opinel ha cominciato la produzione di coltelli specifici per l'uso in mezzo alla natura, non parlo dei classicissimi opinel con manicatura in legno, ma dei nuovi opinel explorer dotati di manicature plastiche e lame in acciaio inox sandvik.
Per i puristi, come sempre, questi coltelli sono il vero male del mondo, ma per chi ama gli opinel e vuole semplicemente la versione "senza sbattimenti" ha trovato lo strumento perfetto.
Oggi posto qui la foto del celebre numero 08, ma con qualche piccolo ritocco.
La lama, nella versione originale, presenta una zigrinatura sulla parte basse, dove adesso è invece liscia ed assottigliata, quella zigrinatura è molto utile per tutti coloro abbiano bisogno di tagliare corde e cime, se le mangia letteralmente!!!
il mio utilizzo invece è più classico e la zigrinatura mi risulta invece scomoda, quindi, armato di lima e santa pazienza, ho creato questo piccolo ed inarrestabile opinel che può essere sporcato in ogni modo perchè per pulirlo basta metterlo sotto l'acqua o, alla peggio, lavarlo con lo sgrassatore.
- Written by: Sandro De Faveri
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Eccoci qua a ravanare nella vecchia cassetta degli attrezzi del nonno, gira che ti rigira salta fuori lui, il mitico coltello bergamasco prodotto dal celebre Artigiano Codega di Premana.
Il ritrovamento mi rende particolarmente felice perchè è da un po' che sono alla ricerca di vecchi coltelli da risistemare e trovare un bellissimo coltello appartenuto al nonno mi rende molto, ma molto felice.
L'acciaio è il solito carbonioso C67 da lavoro che non teme la fatica o l'uso gravoso, ma che si annerisce in poco tempo. La manicatura in Bosso, classica e caratteristica dei coltelli da lavoro italiani come il faggio, gli dona quel bellissimo aspetto vintage che rende tutto più magico.
Ovviamente i segni del tempo si vedono tutti, non credo che ne mio nonno e nemmeno mio padre dopo di lui, si siano fatti remore nell'usare un coltellino che sarà costato, all'epoca, non più di 5 mila lire, ma che oggi arriva a me carico di storia vissuta sul campo!
Ricordo ancora quando da piccolo mio padre mi portava in Istria dove la mia famiglia aveva una porzione di casa edificata proprio da mio nonno e dai suoi fratelli, in verità era ciò che era rimasto dopo la guerra, dopo che vennero espatriati da quella terra di mezzo che in passato ci ha difesi dagli invasori, ma che oggi non vanta più il tricolore che bandiera.
Andavamo sempre insieme nell'orto, il nonno lo facevo diventare matto, ma lui era felice di averci tutti intorno, è sempre stato un uomo allegro e giocoso.
Lui piantava le patate ed io gliele sfilavo da dietro pensando di fargli un favore, ma in realtà vanificavo il lavoro che stava facendo, ma lui non si arrabbiava, ci rideva sopra e mi spiegava cosa dovessi fare.
Ogni tanto tirava fuori il suo coltello bergamasco, magari per tagliare un cordino o per tagliare qualche erba matta che cresceva qua e la.
Non pensavo che sarei riuscito un girono a tenere in mano il vecchio coltello del nonno, oggi è un giorno felice.
- Written by: Sandro De Faveri
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