Seduto su sedie di metallo, sono tipiche degli ospedali perchè più semplici da pulire e robuste nell’uso, mi ritrovo ad aspettare un attesa piena di speranza per il nostro futuro, per il tuo futuro e per quello della nostra famiglia, tu sei li, stoica come solo una donna sa essere, come solo una mamma può essere.

Inizia il giro incerto degli accertamenti e delle visite strumentali con tutto il conseguo di preoccupazione mista a consapevolezza per la battaglia che verrà.

Vedo prati verdi di fronte a noi, vedo colline dolci e passeggiate all’insegna di quella musica che solo la natura può suonare, libera nello spirito e ricca di contenuti unici ed irripetibili, un cardellino che canta ogni giorno la stessa canzone, non lo farà mai nello stesso modo, ogni giorno regala una prestazione diversa, ma canta.

Canta perchè è quello che sa fare, canta perchè regala a noi la sua gioia quotidiana.

Resto qui, seduto con molte altre persone a condividere sguardi e pensieri senza mai o quasi parlare con nessuno, qualche convenevole nei saluti, alcune informazioni spesso dettate da insicurezza o anche tensione, “sa dove son i bagni”? Mentre lo chiedono già vanno verso la loro meta, senza attendere la risposta, questo perchè sanno già dove andare, ma hanno bisogno di conferme.

Conferme che devono arrivare per la nostra serenità, conferme necessarie al tranquillo ticchettio delle lancette di questo orologio dorato che si siede nel mio taschino quasi ogni giorno e scandisce l’avanzare del momento come quello del secolo che passa.

Il tempo è da sempre qualcosa che mi affascina nella sua complessa ciclicità ripetitiva.

Il tempo, unità di misura del tutto e del niente, strumento di conteggio della vita stessa, ci si perde dietro al suo trascorrere e dietro al suo perpetuo ripetersi incessante senza essere mai uguale al tic precedente.

Alle volte attendiamo, prenotiamo, pensiamo a cosa potremmo fare senza poi farlo, il tempo è qualcosa di impercettibile e costante, incalcolabile ed imprevedibile, oggi comincia e domani chissà.

Il tempo è ciò che, oggi in questo istante che svanisce nel culmine del mio verbo, io ti dono.

Tempo per la tua famiglia, tempo per il nostro amore, tempo per gioire di felicità e per piangere se necessario, un tempo per sognare, ma soprattutto un’infinito di vissuto che sia esso nella magia di un attimo che può essere solo percepito, così come nel complesso sviluppo di una piccola bambina che deve diventare donna.

Amo ed odio la mia mente che grattugia pazza l’animo e lo rende astratto in un turbine di emozioni.

Pioggia di luce e di speranza, Luna di certezza e sole del divenire.

Una forza assoluta, una forza consapevole, una speranza ricorrente nella rete di famiglia, amici che ti circondano ogni istante.

Ti amo mio dolce fiore di loto.